“Passeggiando nella Val Nervia” di Giovanna Fabbrico

“Passeggiando nella Val Nervia” di Giovanna Fabbrico

Uno dei tragitti di mia consuetudine, è da casa mia (Apricale) fino alla foce del Nervia. Questo mi permette di apprezzare il paesaggio dell’entroterra che va dalle montagne al mare, ogni giorno o quasi. Il maestoso Toraggio, Guardiano del confine tra Italia e Francia, spartiacque tra la val Nervia e la val Roja,in questo periodo spesso “vestito” di neve, protegge la vallata con i suoi colori cangianti dettati dalle stagioni. Dalla foce del Nervia si può vedere come si erge imponente, specchiandosi nelle acque cristalline del torrente. L’Oasi del Nervia ha sempre destato in me interesse fin da fanciulla.

La mia passione per la natura ha radici profonde nella mia infanzia per poi diventare professione nell’aspetto divulgativo. Definita sia come SIC che come Zona Speciale di Conservazione è abitata da molte specie botaniche e faunistiche, alcune di esse anche rare. Essa è inserita anche nella rete  Natura 2000 , creata dall’Unione Europea per la protezione e conservazione degli habitat e delle specie, animali e vegetali, identificati come prioritari dall’UE. Sono state catalogate circa 160 specie botaniche tra cui la cannuccia di palude, la tifa, la veronica e il crescione. Sono presenti magnifici canneti , utili ai volatili come habitat naturale o per l’autodepurazione della zona faunistica. Quello che colpisce di più, visitando l’oasi , sono i volatili di numerose specie, quali lo svasso, il tuffetto, l’airone, anatre, limicoli, gabbiani, rallidi, passeriformi e altre specie. Non è improbabile però vedere anche altre specie animali tra cui, la volpe, il cinghiale,il riccio, il toporagno, il mustiolo, l’arvicola e anche diversi rettili come l’orbettino, il ramarro, il colubro lacertino, la natrice viperina e la lucertola ocellata. Negli anni si sono inserite anche specie aliene che hanno trovato un habitat idoneo al loro insediamento a causa del cambiamento climatico che sta tropicalizzando diversi ambienti. Non è raro trovare nidi del terribile calabrone asiatico (vellutina) insediati sui rami più alti degli alberi. Essi, come è noto, predano le api arrivando a distruggere interi alveari. Poi sono presenti specie che semplicemente hanno ampliato il loro areale di diffusione, come i cormorani. Esso contrariamente a quello che si pensa non è una specie “nociva”. Solo apparentemente stanziale, è una specie che non resta sempre nello stesso posto, ma si sposta migrando per decine di migliaia di km e fermandosi dove trova riserve di cibo sufficienti. Su questi volatili spesso ci sono opinioni discordanti che arrivano a dire addirittura che sia necessario abbatterli perché il loro numero sta aumentando, diventando troppo numerosi e quindi dannosi alle altre specie. Ciò è falso, in quanto in questo caso l’ecosistema si autoregola, ossia se ci sono pesci ci sono i cormorani , se non ci sono i cormorani si spostano. Passeggiare nell’oasi permette di godere di questa meravigliosa natura, ma lo si deve fare quasi in punta di piedi , in silenzio, come quando si entra in una cattedrale. Gli animali presenti, soprattutto i volatili sono spesso disturbati dal chiasso delle numerose persone che vengono alla foce del Nervia. È un peccato. A causa del continuo disturbo molti di loro se ne vanno o si nascondono. Alcuni, per lo stress causato, possono arrivare alla morte. Ciò è assolutamente da evitare. Preservare la bellezza della natura con la sua varietà è un compito necessario, altrimenti perderemmo una grande ricchezza  e ciò ci renderebbe non solo più poveri ma più soli nell’anima.

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Stefano Romeo

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